Babilonia

Nel suo libro “Franco Battiato – Soprattutto il silenzio” (Giunti, 2010) Annino La Posta racconta di come, nel 1999, Battiato abbia in varie occasioni annunciato la preparazione di “un’opera a Roma in occasione del Giubileo, «Babilonia», con il multilinguismo visto come coesistenza di culture diverse“.
In particolare “il 7 luglio, nel Chiostro del Sacro Cuore di Trinità dei Monti a Roma, viene presentata un’anteprima intitolata “Quando eu stava in le tu’ catene”: accanto a Battiato, che con l’aiuto di due microfoni vocalizza in modo distorto alcune parti del testo e suona le tastiere, ci sono Angelo Privitera impegnato alle strumentazioni elettroniche, il soprano Alda Caiello, il quintetto vocale femminile La Reverdie e l’Ensemble Alter Ego […] Il frammento è accolto bene. Quando però il pubblico, che si aspettava un’esibizione più lunga, si accorge che il concerto è finito comincia a inveire contro Battiato, nel frattempo tornato sul palco con l’intenzione di offrire qualche canzone come bis, e l’artista a questo punto fa dietro front e torna dietro le quinte […] Fortunatamente la replica prevista qualche giorno dopo a Milano ha un esito migliore. In ogni caso, dopo queste rappresentazioni, di Babilonia non si sentirà più parlare“.
Sempre La Posta ci informa che l’anno dopo verrà presentato “Campi magnetici” (accompagnamento musicale per un balletto) “nel quale sembra che confluisca molto del materiale sonoro preparato per l’ormai completamente accantonata «Babilonia»“.

In un articolo pubblicato su La Repubblica il 10 giugno 1999 e firmato Pietro D’Ottavio si aggiunge che “Il testo di «Quando stavo nelle tue catene», giudicato molto forte e scioccante, è stato scritto dal filosofo Manlio Sgalambro […] Le parole di Sgalambro fanno riferimento all’Apocalisse di San Giovanni”.

Luigi Bellingardi invece, in un articolo del 7 luglio 1999 pubblicato sul Corriere della sera, scrive: “Il compositore siciliano proporrà in prima assoluta «Quando eu stava nelle tue catene», preludio all’incompiuta opera «Babylon». Dice Battiato: «In un certo senso sarà la sintesi delle varie esperienze proposte, prima di me, dai modernissimi Part e Kancheli e dall’antica Hildegard Von Bingen. Il tema della visione, angosciante e apocalittica, d’un tempo vissuto con il terrore della fine del mondo. Mille e non più mille. A quelle inquietudini lontane io ora aggiungo la mia perché il mondo d’oggi è Babylon e l’umanità scivola in un abisso. Com’è la mia partecipazione vocale ? Uso due microfoni, uno da un suono sperimentale, frastagliato, «in viluppo» dicono i tecnici. L’altro è alterato, con ruolo deformante. Insomma, mi danno una mano nel variare, alterare la voce. Questo episodio di «Babylon» è nel mio solito stile, una gran bella insalata di tecniche esecutive. Quando si ha paura, si dicono cose semplici, terra terra. L’idea della visione apocalittica, se mai, la esprimono gli altri esecutori […] Al di sopra o insieme alle loro voci intervengo io con il live electronics, il sintetizzatore, le tastiere. «Quando eu stava nelle tue catene» è appunto un collage, un mix di tante cose e di tanti suoni. C’è il pop e c’è l’antico come a Babilonia ci fu lo scontro tra il passato e il presente, tra il reale e il virtuale. Tra tutte le culture del mondo c’è qualcosa in comune, una corda qua una corda là, e c’è chi troverà che accostare le brevi frasi della musica minimalista alle lunghe frasi della musica modale indiana, i cori tibetani a quelli gregoriani, entrambi fissi e statici quanto tutt’attorno impazza il movimento, è una gran bella insalata !“.

Ancora sul Corriere della sera, il 19 luglio 1999, in un articolo/intervista firmato da Giuseppina Manin emerge che “L’opera completa, ideata per un cast di circa 60 elementi fra cantanti, coro e strumentisti, verrà presentata la prossima primavera a Roma. Poi potrebbe andare a Gerusalemme […] Titolo: «Babilonia». Sottotitolo: «Notizie degli ultimi 2000 anni». Un arco di tempo in cui troveranno posto anche sprazzi della guerra di Troia («ma Achille avrà la voce femminile di un soprano», svela malizioso il compositore), incursioni teologiche, deliri verbali, citazioni bibliche.“.

L’impressione quindi è che in questa opera potessero confluire anche frammenti dell’altra opera incompiuta di Battiato “Ascesa e caduta di Troia“.

In un articolo pubblicato il 20 aprile 1999 su La Repubblica, Pietro D’Ottavio, recensendo un concerto di Battiato del “Gommalacca tour“, scrive: “Lanno prossimo Battiato regalerà a Roma la «prima» della sua prossima opera, che prenderà spunto da Babilonia e sarà rappresentata in un luogo di grandissima suggestione archeologica, probabimente l’anfiteatro di Ostia Antica o Caracalla. Il progetto è legato al Giubileo e all’anno 2000 e ha un respiro nazionale: infatti dopo la rappresentazione romana l’opera scritta da Battiato – con testi di Sgalambro, scenografia di Luca Volpatti, la collaborazione di un importante coreografo e un cast di stelle della lirica e della musica – farà il giro di tutta la penisola“.

Sempre intervistato in relazione ad un concerto del “Gommalacca tour“, Battiato dichiara a Guido Guidi Guerrera, come riportato in un articolo pubblicato da La Nazione il 24 aprile 1999: “Forse è questa considerazione, assieme ad altre, che mi ha portato a comporre «Babilonia», un’opera che verrà rappresentata tra non molto tempo. Senza avere alcun intento moralistico, intendo descrivere il caos che chiude questo millennio, mentre si affaccia al prossimo con tutte le ansie, gli interrogativi e le speranze disattese […] «Babilonia» è un lavoro che vuol essere un auspicio per superare le nostre sofferenze e insofferenze […] diciamo che con quest’opera guardo al contingente e mi proietto un po’ verso il futuro, senza per questo rinnegare le esperienze che mi appartengono e alle quali non rinuncerei per nulla al mondo“.

Più o meno gli stessi concetti vengono espressi anche in una intervista concessa a Paride Sannelli e pubblicata su La Sicilia dell’8 aprile 1999. Annunciando il concerto catanese del Gommalacca tour Battiato dichiara:
Poi mi dedicherò interamente all’opera che porterò al debutto il prossimo anno a Roma nell’ambito delle manifestazioni per il Giubileo. E’ una storia di Babilonia, in cui il multilinguismo è visto come coesistenza di culture diverse piuttosto che di separazione“.
Va detto che, in questa intervista a La Sicilia, Battiato parla sia di “Babilonia” che di “Ascesa e caduta di Troia” come di due opere del tutto distinte e delle quali auspica il debutto in scena, rispettivamente, nel 2000 e nel 2001, in parte smentendo quanto lasciato intendere nell’intervista al Corriere della Sera citata sopra (ma tra le due interviste intercorrono circa 3 mesi, e magari nel frattempo le cose potrebbero essere cambiate).


Non mi risulta circolino registrazioni (ufficiali o meno) di queste due serate e non è chiaro quanto e cosa sia confluito in “Campi magnetici” del lavoro preparatorio fatto da Battiato per “Babilonia“.
Come giustamente ci fanno osservare nei commenti, il sottotitolo dell’opera (citato nell’articolo del Corriere della sera del 19 luglio 1999) “notizie degli ultimi 2000 anni” ha una sostanziale comunanza con il testo “logoi dagli ultimi 2000 anni” recitato da Battiato nella traccia “L’ignoto” (all’interno del CD “Campi magnetici“), a significare un probabile legame tra questo brano e un qualche frammento dell’opera “Babilonia“.

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